Faenza: teste galleggianti e l’inganno dell’ultimo cliente

Giovedì noioso, giovedì come tanti, devo andare a Faenza in trasferta, per così dire.

Le teste galleggianti.

A Faenza mi sento sempre un po’ un ospite, come una stagista: non trovo i moduli, non ricordo dove archiviare le varie domande e spesso le operazioni sono più complicate, perché un po’ la clientela è diversa e un po’ sono cose che non facendole spesso tendi ad accantonare, ma a risollevare il morale arriva sempre qualche “testa galleggiante” che ti fa prendere uno spavento, perché Faenza è così! intendo la biglietteria: c’è un perenne e ostinato riflesso che non permette di vedere bene chi hai di fronte e se arriva qualcuno mentre sei sovrappensiero e quel qualcuno fa tanto di avere una giacca nera tu vedi solo una testa che galleggia! Proprio così! Ma secondo me lo sanno, e lo fanno apposta, perché non ti parlano, non ti dicono “buongiorno”, semplicemente si mettono davanti allo sportello e stanno lì,
immobili,
e se tu stai facendo qualche altra operazione non-li-ve-di! Ma loro aspettano, pazientemente il momento opportuno, aspettano che tu ti sia girata, aspettano che la tua testa rivolta al monitor sia inclinata i gradi sufficienti per permetterti di percepire i movimenti con la coda dell’occhio e allora arriva il colpo di tosse e tu fai un salto sulla sedia, neanche avessi davanti lo zio Fester della famiglia Addams, e come se la ridono!

E poi c’è l’inganno dell’ultimo cliente.

Abbonamenti, biglietti, biglietti, abbonamenti, cambi prenotazioni e bla bla bla… poi arriva lui, l’ultimo meraviglioso cliente, quello che dici “adesso fatto questo vado finalmente in bagno”, e magari sei così fortunato da dovergli fare un bigliettino semplice semplice, senza carte strane e sconti vari e allora gli concedi quella parola in più, gli appunti tutti gli orari sul biglietto e pregusti la tua pausa.
Lo saluti, se ne va…
ma dietro di lui ci sono altre quindici persone che tu non hai visto perché con quel dannato riflesso non-le-ve-di! Così ricominci, accavalli le gambe, stai sulla punta della sedia con la schiena dritta come un palo, tutta contratta e mentre tieni la pìpì sfoderi il tuo migliore sorriso da “yes-man” stile Hunziker Sanremo2018.

3 risposte a "Faenza: teste galleggianti e l’inganno dell’ultimo cliente"

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